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'Un ricordo ed un ringraziamento ai soci fondatori che con la loro passione da veri pionieri ci consentono ancora oggi di continuare la nostra passione sportiva e condividere esperienze ed amicizie'.
Primo Logo del Gorgona |
1949-2019 70. Anniversario |
La nostra storia ha inizio nel 1949 ed è ben raccontata in due fascicoli redatti in occasione dei 30 e 50 anni di attività del circolo e nel libro uscito nel maggio del 2019 in occasione dei 70 anni di attività, oggi tutti disponibili e scaricabili in rete:
1949-2019 Settant'anni sott'acqua
1949-1979 30 anni di attività subacquea
1949-1999 Mezzo secolo sott'acqua
L'articolo che segue è un estratto dei fascicoli di cui sopra.
L'alluvione del 1966, che a Pisa fece crollare il Ponte Solferino e sprofondare il Lungarno Pacinotti, spinse l'acqua dell'Arno nelle cantine e nei piani terra di molti quartieri di Pisa. La sede della FIPS era allora in una stanzetta di Via Carmignani, che fu regolarmente invasa dal fango. L'archivio del "Gorgona Club", custodito in qualche cartella di cartone nello scompartimento basso di un armadio, andò tutto perduto. Si può essere subacquei quanto si vuole, ma è molto difficile salvare qualcosa di utilizzabile da un ammasso di carte fradice. Per documentare le origini e la storia del nostro Circolo, fu necessario ricercare fra le altre carte della Sezione Provinciale, che ci hanno fornito la prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, della presenza del primo nucleo del Circolo fin dal 1949, allorché il socio Gianfranco Nannicini, responsabile del settore subacqueo della Federazione, fu inviato, in qualità di osservatore, all'Isola di Gorgona, al primo pre-campionato italiano, vinto da Luigi Stuart Tovini.
La preistoria
Il gruppo esisteva già da qualche mese: non ancora affiliato alla FIPS, e del tutto autonomo, era stato fondato da alcuni amici, che inizialmente avevano svolto questo sport individualmente, e che poi si erano inevitabilmente incontrati, chi prima, chi dopo, per dare forma associativa alla loro attività: i fondatori, insomma, che qui si elencano in ordine alfabetico: Aldo Amato, Franco Bastreghi, Rodolfo Betti, Cino Cini, Rolando Giola, Luciano Lischi, Gianfranco Nannicini, Ettore Pallone, Ettore Rigobon. Rodolfo Betti (il Marò) ha raccontato, nella introduzione di un suo libro, l'atmosfera di quelle prime esperienze. Non c'erano maestri, non c'erano libri, e non c'erano neanche tanti soldi. Ma c'era una grande passione e un mare limpido come non si è mai più visto. A seconda del tempo libero di ognuno, a gruppi, si partiva da Pisa in bicicletta, in lambretta o col trammino. Il bagaglio era leggerissimo: solo il fucile, la maschera, le pinne, un coltellaccio fatto in casa e qualche piombo legato alla meglio. Ci si immergeva sottocosta, senza barca. Non c'erano ancora le tute, e ci si difendeva dal freddo con qualche maglia di lana. L'affiliazione alla FIPS avvenne nel 1951. I soci aumentavano gradatamente, si profilava la possibilità, per i più bravi, di partecipare a qualche gara, e non si poteva più trascurare la possibilità in inserirsi in una organizzazione già efficiente. Non si sapeva niente né di statuti, né di regolamenti, e così una mattina un gruppetto di pisani andò a Livorno, dove da poco il Ci-Ca Sub era stato inquadrato nella FIPS. Cesare Giachini cavò dal cassetto una copia del loro Statuto, e ai pisani non parve vero trovarsi la pappa scodellata. Dopo alcune riunioni "costituenti", il "Gorgona Club" prese le insegne della FIPS e iniziò la sua vita ufficiale: favorita, sempre, dagli inizi fino ad oggi, da uno spirito di aperta e cordiale collaborazione con i dirigenti della sezione provinciale pisana.
L'agonismo e le gite sociali
Ben presto, a parte le gare, si cominciò a pensare a qualche impresa più impegnativa. Si cominciò con una disastrosa gita in Capraia (i partecipanti ricordano ancora una pastasciutta cotta nell'acqua di mare e certe avventure più alpinistiche che marinare) e con una migliore vacanza camping al Giglio, per iniziare la serie delle gite sociali che si sono susseguite ininterrottamente fino ad oggi. La tecnica era, allora, sempre la stessa: il noleggio di una barca (si faceva, in una giornata di pesca, il periplo a remi), la scelta del terreno per montare le tende. La giornata cominciava prima del levare del sole, e finiva all'imbrunire. Da stella a stella, come dicono i contadini. L'esiguità di questo spazio non ci consente, qui, di ricordare gli innumerevoli episodi che hanno poi sempre fornito ai partecipanti ampi argomenti per le chiacchierate invernali, e che sono ormai affidati al piacevole bagaglio dei buoni ricordi: come la omerica "grigliata" di Montecristo, dove occorse prendere la rete di un letto per far arrostire il pescato di una giornata, come i singolari rapporti con i guardiani di Giannutri e il loro ciuco Nerone, come le figure di alcuni nostri "nocchieri", da "Nappone" e "Tanacca" in poi: (per non parlare di una antenata di lampada subacquea, inventata lì per lì da Franco Bastreghi durante la primissima esperienza speleologica, costituita da una normale torcia, accuratamente infilata in un... preservativo. Funzionava benissimo). L'attività sportiva è sempre andata di pari passo con i progressi nel campo agonistico.Qui basterà dire che il gruppo degli agonisti ha spesso imposto la propria presenza nelle numerose competizioni nazionali e regionali; e che il campionato italiano assoluto di prima categoria ha visto l'affermazione di un atleta del "Gorgona", nei primi anni con Betti, poi per un paio di stagioni con Piero Landucci, e, poi, per molti anni, con Mauro Ulivieri, che ha fatto anche parte della squadra italiana che vinse nel '77, i campionati europei. E qui occorre dire che, in un mondo in cui si "sponsorizza" ormai tutto, il "Gorgona Club" non si è mai lasciato tentare dai vantaggi economici che una pubblicità sulla maglietta avrebbe potuto garantirgli. Si è preferito, sempre, contare sulle forze dei propri associati, ci si è accontentati di programmi più modesti, ma del tutto autonomi come, cinquant'anni fa, era la regola di ogni società sportiva.
La scuola federale per sommozzatori sportivi
Una nuova attività venne a profilarsi sull'orizzonte del circolo pisano, e cioè la possibilità, illustrata da una modesta circolare in ciclostile che arrivò sul tavolo della FIPS nel 1964, di istituire dei corsi subacquei per insegnare l'uso degli apparecchi di respirazione. Non si pose tempo in mezzo. Si comprese subito l'importanza di questa nuova attività federale, che non si preoccupava più soltanto di mietere allori sportivi, ma intendeva soprattutto assicurare alle giovani leve un metodo di apprendimento, valevole per tutto il territorio nazionale, allo scopo principale di formare la mentalità del subacqueo, e di evitare gli incidenti dovuti ad imperizia. Il corso (estivo, perché la piscina di Pisa era, quel tempo, scoperta) cominciò subito: allievi erano gli stessi soci del circolo. Scrupolosamente si esaurirono tutti gli esercizi previsti dal programma, e alla fine tre candidati furono in grado di presentarsi, a Livorno, per la seduta di esame: Antonio Borgia, Luciano Lischi ed Ettore Rigobon. L'esaminatore era Luigi Ferraro. I subacquei di allora (e anche quelli che frequentarono poi la terribile settimana di Nervi, sotto le grinfie di Duilio Marcante, per conseguire il brevetto di istruttore), ricordano il rigore di quei primi corsi che, anche nei gradi inferiori del brevetto, erano molto impegnativi. Gradatamente la selezione si è poi ammorbidita: il sorgere di altre organizzazioni, la loro massiccia e concorrenziale presenza, ha costretto la Federazione a rendere più accessibili i corsi per sommozzatori, che però continuano, anno dopo anno, con l'impegno e l'esperienza di numerosi istruttori. Il primo direttore della Scuola, l'ing. Ettore Rigobon, ha fatto parte, per tanti anni, della Commissione didattica nazionale. Il Dott. Francesco Rappazzo (Medico sociale del Club, insieme al non dimenticato Dott. Piero Mannocci), è stato responsabile del Settore subacqueo nel Comitato regionale e membro della Commissione di medicina iperbarica della Federazione. Questi corsi per sommozzatori vennero, mano a mano, a rimpinguare anche le schiere dei soci, che anno dopo anno portarono nel sodalizio i molteplici interessi che la Federazione ormai affiancava alla attività agonistica pura e semplice; la pesca, insomma, che era stata la prima molla per l'esplorazione del mondo sottomarino, gradatamente non è più statanconsiderata come l'esclusivo interesse del sub: che, specialmente nelle leve più giovani, ha mostrato orientamenti diversi e validissimi, come l’archeologia, la speleologia, la ricerca scientifica: si ricordano, a questo proposito, le emozionanti immersioni nella tonnara di Favignana, erse dei monti pisani, l'organizzazione dei corsi di biologia marina per conto dell'Università di Pisa, e la "operazione Capraia", una campagna di rilevamento dei fondali dell'isola. Ma la regina, ormai, di tutte le attività subacquee è la fotografia, che spesso è l'unico, affascinante scopo del gitante sottomarino: val la pena di ricordare i primi involucri "stagni" (ma facevano acqua da tutte le parti) degli anni cinquanta, i primi timidi ma entusiasmanti risultati con l'ausilio dei flash a lampadine, fino alle più sofisticate apparecchiature di oggi. Anche in questo campo, il Gorgona Club ha sempre avuto appassionati cultori, ed oggi può vantare una squadra di fotosub (Andrea Carlesi, Luciano Di Lupo, Vitaliano Gaglianese) che ha raccolto, anche di recente, notevoli allori nelle competizioni del settore.
L'attività subacquea come "servizio sociale"
Il "Gorgona club", in cinquant'anni di attività, ha sempre cercato di sottolineare la propria presenza, non soltanto per l'affermazione di una pratica sportiva e per l'occasionale sbandieramento di successi agonistici; ma, piuttosto, come organismo che poteva vantare, anno dopo anno, una efficienza ed una professionalità che ha sempre messo a disposizione della comunità, là dove ce ne fosse bisogno. Ci piace ricordare, qui, che proprio la coppia Nannicini-Betti fu ingaggiata, a Firenze, dai ricostruttori del Ponte Santa Trinita, per i rilevamenti subacquei dei piloni, allo scopo di controllare eventuali danni alle strutture sommerse; che furono alcuni sub del "Gorgona" a individuare, a Marina di Pisa, un siluro inesploso infilato nella scogliera che fiancheggia la strada litoranea; o ricordare la disponibilità di molti associati durante l'alluvione del '66, per non parlare della presenza dei sub del Gorgona alla Meloria, dopo il disastro aereo, quando si offrì alla Marina Militare l'appoggio del nostro circolo, insieme alle altre associazioni livornesi e fiorentine. La Federazione pisana ebbe, in quella occasione, il ringraziamento ufficiale della Marina Militare, per la pronta disponibilità dimostrata dai soci del "Gorgona" in quella drammatica circostanza. Ma in questi anni i soci del "Gorgona", come del resto quelli degli altri circoli subacquei del nostro Paese, sono stati i testimoni diretti di quello che è successo nei nostri fondali, e hanno sempre prontamente denunciato quello che stava accadendo, e che solo loro erano in grado di constatare, sotto il pelo dell'acqua. Senza andare tanto lontano, furono i subacquei pisani ad opporsi vivacemente agli scarichi industriali che sfociavano indecentemente nel bel mezzo del litorale di Marina di Pisa, e che stavano,gradatamente, trasformando un fondale fino ad allora limpido e pescoso.
Lo stesso dicasi per il progressivo inquinamento dell'Arno, che agli inizi della nostra attività era, nella parte della foce, un luogo ideale di pesca, e che oggi è diventato soltanto una immonda fiumara di liquami dal colore e dall'odore indefinibili. Non meglio le cose vanno alle secche della Meloria, e alle isole più vicine, che ormai hanno risentito, ogni giorno di più, della massiccia immissione di scarichi di ogni tipo che hanno trasformato e depauperato il fondale.
Testimoni, abbiamo detto: non cause di ciò. Purtroppo si da addosso al subacqueo, come l'unica o la più importante cagione del deserto sottomarino. I soci del "Gorgona" hanno, in questo, le carte in regola: furono i primi a sconsigliare l'uso del respiratore per l'esercizio della pesca, furono i primi a fornire motivate osservazioni alla legge sulla pesca e sono sempre stati disposti a darsi una disciplina per la parte che li riguarda: è certo che tale disciplina deve considerare la pratica della pesca sportiva e anche della pesca professionale nel suo insieme, senza caccia alle streghe, e con la volontà di correre seriamente ai ripari, se ancora qualche cosa possa essere fatto per la difesa della pesca in mare, in un paese che ha uno sviluppo di coste come il nostro.
Oltre mezzo secolo sott'acqua: non è poco per un sodalizio sportivo, ma sono poche queste righe in cui si pretende di dare un panorama della nostra vita di sportivi, ormai affezionati alle insegne del nostro circolo. E' una fetta di vita che i fondatori gli hanno dedicato: è stata un'occasione di incontro per tanti soci, che nel "Gorgona" hanno trovato amicizie durature; perché è il luogo in cui le giovani leve possono far tesoro delle esperienze dei più anziani, per la migliore e più corretta pratica del loro sport preferito. Come ci ricordava spesso Duilio Marcante, l'uomo che si immerge non viene più oggi considerato soltanto come un pescatore, dedito esclusivamente ad una attività ludica: il "sub" ha assunto progressivamente una diversa fisionomia, che ha conferito alla sua attività il carattere di un vero e proprio servizio sociale. Lo sport e l'agonismo sono solo un aspetto di questa
complessa personalità, che ha contribuito alla scoperta del sesto continente, e che, anche nelle sue espressioni più dilettantesche, non rinuncia a dare il suo contributo alle successive ed immancabili tappe di questa entusiasmante conquista. E' in questo spirito che i sub del "Gorgona" hanno lavorato fino ad oggi, non soltanto divertendosi in belle avventure marinare, ma anche sacrificando tanto tempo libero per la migliore efficienza del loro circolo e della loro scuola, e per la migliore organizzazione del loro settore. E' un bilancio positivo, se ci rivolgiamo indietro a guardare questi cinquant'anni: ed è anche, questa occasione, un punto di partenza per nuovi e più intensi programmi di attività, che vedranno sempre in prima linea, nelle competizioni e nelle collaborazioni, il "Gorgona club", circolo dei subacquei pisani, che ha compiuto felicemente i suoi primi cinquant'anni nel 1999.
Le gare
Passati i tempi delle gare di pesca, della lusinghiera vittoria del Campionato Europeo a squadre del 1972 (faceva parte della rappresentativa azzurra anche l’atleta del GORGONA CLUB Mauro Ulivieri, il secondo da sinistra nella foto),
le attività agonistiche del Circolo sono oggi concentrate soprattutto sulle gare di Fotografia Subacquea. Una squadra di appassionati fotosub del Gorgona partecipa da anni a gare regionali e nazionali, ed è ormai tradizione che almeno uno dei nostri atleti acceda ogni anno al Campionato Italiano superando le durissime gare di qualificazione.
Ma i sub del gorgona si immergono ancora almeno in una gara di pesca subacquea: ogni anno infatti si svolge la COPPA MANNOCCI, gara riservata ai soci del Circolo, organizzata in memoria di Piero Mannocci, compianto medico sociale, e della moglie, scomparsi nel 1996.