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Intervista ai veterani del circolo Gorgona Club Pisa

di Antonio Montomoli

Renzo Ciampi, maratoneta, cacciatore e pescatore in apnea

 

AM: Renzo parlaci di te, come hai iniziato a pescare, dove, che attrezzature usavi.

 

RC: Allora abitando a 50 mt dall'Arno, a 7 anni sapevo già nuotare e con il mio amico andavamo a prendere pesci con le mani sotto le pietre facendo anche qualche apnea. A 15 anni entravo a lavorare ai Pistoni Asso dove c'era un 40enne che mi fece comprare pinne, maschera e fucile a molla, il Saetta B extra, e mi portava in estate a prendere polpi a Calafuria.

A 18 anni andai a lavorare a Pontedera e lì conobbi gente che praticava la pesca sub con un circolo; comprai la mia prima tuta Technisub bifoderata zigrinata e il mini e medisten. Con un mio amico comprammo una barchetta che tenevamo a Livorno al porticciolo Nazario Sauro e andavamo alle dighe del porto a remi, all’epoca si poteva pescare anche di notte ed i pesci che abbiamo preso lo sappiamo solo noi…

A 25 anni mi sposai e andai per cinque anni ad abitare a Pontasserchio; con il mio amico piano piano ci perdemmo un po' di vista, comprai una barchetta con il 25 Evinrude e la misi nei fossi a Livorno, continuando a pescare alle dighe del porto, tantissime albate e calasole.

A 32 anni con un amico mi iscrissi al CI CA SUB Arno e feci la mia prima gara sociale arrivando terzo dietro al Franconi e il Bargagna. Non avevo mai sparato ai tordi.

L'anno dopo iniziai a fare le qualificazioni e subito alla gara del Garibaldi su 60 atleti arrivai nono; ricordo che il Morosini, capo della Elios, mi disse: ”Sei forte per aver fatto quel risultato alla prima gara!”.

A 35 anni mi sono qualificato ai campionati Italiani e così anche l'anno dopo; poi per impegni di famiglia, ho lasciato un po' perdere le gare e dopo son rientrato e penso che tu mi abbia conosciuto lì.

Mi son qualificato altre due volte, l'ultima a Trapani: prima giornata arrivai ottavo strappando un pesce e padellandone altri due, altrimenti sarei arrivato terzo. Dopo un po' sia perché padello ed un po' per sfortuna sono stato diverse volte il primo dei non qualificati.

Ho vinto quattro volte le gare in Meloria (ndr: solo chi è pisano può capire la soddisfazione di vincere contro i livornesi in Meloria) e a Piombino, con tanti piazzamenti nei primi cinque.

 

AM: Parlaci delle tue tecniche di pesca preferite, raccontaci qualche tuo segreto.

 RC:  La mia tecnica di pesca dipende dalla visibilità: con acqua bella “spinno” (ndr: pinneggio) come un dannato guardando avanti, dietro e da tutte le parti, praticamente a vista; con acqua torbida faccio tante immersioni guardando le buche. Alle dighe del porto facevo aspetti e agguati e, pescando con due fucili, molte volte ho preso due pesci in un tuffo, in particolare corvine e saraghi. Se fossi stato in un circolo tipo Garibaldi di Livorno, frequentando i Campioni dell'epoca, come i fratelli Bacci, Giorgione Leonardi, ecc. e abitando a Livorno, sicuramente avrei fatto meglio. Avevo delle grosse capacità atletiche e stavo sul fondo della piscina in apnea quattro minuti e mezzo.

Ho alternato pesca sub, caccia terrestre e corsa, dove, anche lì, ho vinto un sacco di gare fra 100 km, Ultramaratone, Trail, Ultratrail, Ecomaratone, ecc. ecc.”

 

 AM: Renzo, come vedi cambiato il mare ora rispetto a 20-30-40 anni fa?

 RC:  Il mare è cambiato parecchio. Dopo la mareggiata l'acqua era subito bella e raramente la trovavo torba anche al porto. Veniva la Capitaneria anche se pescavi sulla punta delle dighe, ti diceva “stai attento ai rimorchiatori” e se ne andava. Adesso se ti ci trova son migliaia di euro, è cambiato tutto caro Antonio, sempre peggio, con leggi sempre più restrittive, e con ambientalisti convinti che con un fucile in mano noi pescasub distruggiamo tutto, un po' come la caccia terrestre.

 

AM: Che consigli daresti ad un giovane che si avvicina alla pesca in apnea?

 RC: Gli consiglio intanto di essere molto ma molto appassionato del nostro mare, ricercare di andare a pesca con un “vecchietto”, in modo che gli trasmetta tutti i suoi segreti sia in gara che in pesca comune. Mio nipote prende diversi pesci, è venuto tanto tempo a pesca con me, poi Antonio ci vuole tanta grinta e tanto agonismo proprio come me in qualsiasi sport che ho praticato; cercavo con tutte le mie forze di arrivare a podio. Sangue agonistico altrimenti inutile che fai le gare. Poi per quanto riguarda i bambini piccoli per fargli prendere passione alla pesca sub, o il babbo è appassionato o altrimenti lo indirizzano al calcio, al tennis ecc. sport meno pericolosi e che sono di moda oggi.

 Ciao e grazie per tutto quello che fai, la prossima garetta sociale ci voglio essere altrimenti il Forchetta ci piglia gusto a vincere.